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Sicuramente non è un caso, mentre sto scattando delle foto che mi coinvolgono totalmente, che io non senta, dopo ore ed ore, né fame né sete. In quei momenti non hai bisogno di nient’altro. Ti nutri di emozioni, di sensazioni, di osservare, guardare, catturare. Sei a caccia di vita da fermare in un istante. Quell’istante di cui hai una gran fame e, per sentirti solo un attimo sazio, devi catturarne almeno uno che ti lasci senza parole. La fame di vita, di attimi, di sguardi, di luce sui volti e di ombre sui muri, di onde avvolgenti e di nuvole veloci da non far scappare. Ho capito che le buone fotografie arrivano quando hai veramente tanta fame, solo dopo essermi ritrovato in condizioni incapaci di saziare la mia mente e il mio occhio, per ritrovarmi poi, grazie all’istinto di sopravvivenza, con la pancia e il cuore pieno.

Senza fame non si possono fare buone foto. Ne sono certo ormai e ne sono ancora più convinto quando, aprendo i social, vedo tante foto fatte con la pancia sempre piena e senza nessuna voglia di azzannare la preda, senza conoscerla, senza cercarla, senza osservarla, senza vederla. Diventa così, la fotografia, una delle tante abitudini della vita moderna. Come andare a fare la spesa, o dal dentista, o alla partita di calcetto del mercoledì. Ecco, se la motivazione che spinge un essere umano dotato di macchina fotografica a scattare delle foto è questa, allora le parole crociate diventano assai più interessanti, divertenti e addirittura creative.

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